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  • SOI – Optometrista non SEDICENTE, qualificato e con buone norme

SOI – Optometrista non SEDICENTE, qualificato e con buone norme

  • Pubblicato da SOPTI
  • Categorie Editoriali
  • Data 25 Luglio 2016
  • Commenti 9 commenti
logo SOPTI

logo newCon spirito costruttivo e con il dovere di rispettare la funzione sociale che SOPTI svolge da oltre vent’anni, interveniamo sulla pubblicazione del comunicato SOI dal titolo “Sedicente Optometrista condannato a due mesi di reclusione per esercizio abusivo della professione medica” .

E’ nostro dovere informare, correttamente. Procediamo per punti schematici:

  • La condanna è legata all’esercizio abusivo dell’attività di medico oculista, non alla pratica di optometrista
    • La Cassazione ben specifica e ha più volte ribadito che l’optometria è lecita nella misura in cui non invade il campo medico oculistico, che specificatamente è “nell’individuare e diagnosticare le malattie, nel prescriverne la cura, nel somministrare i rimedi”
  • La sentenza non si riferisce all’operato dell’optometria, in generale, ma al caso specifico
  • L’Optometria ha proprie linee guida internazionali (World Council of Optometry), europee (European Council of Optometry and Optics ECOO, European Academy of Optometry and Optics EAOO) e delle associazioni italiane.
  • L’Optometria è un ambito basato su prove di evidenza scientifiche e raccomandazioni di buona pratica
  • Testi e riviste scientifiche di optometria internazionali ed europee sono riferimento nelle biblioteche di salute (Journal of optometry; Optometry and Vision Science; Ophthalmic and Physiological Optics).
  • “Unicista”: le tecniche di optometria “unicista” non sono incluse nel Syllabus europeo ECOO-EAOO né in altre linee guida di optometria; Optometria Unicista è seguita solo da una minoranza di cultori. La grande totalità di optometristi ha modelli e operatività totalmente differenti.
  • “Sedicente” (“che si attribuisce ruoli o titoli”) non si applica agli optometristi in Italia per i quali è normale una specifica formazione in optometria (negli Istituti o nelle Università).
    • Pertanto il titolo è stato loro attribuito da istituti operativi da decine d’anni e non sono “sedicenti” ma hanno specifico titolo di formazione.
    • La formazione è in specifici istituti e università statali ed è anche stata lungamente controllata dalle Regioni (esistono centinaia di diplomi in Optometria rilasciati dalle Regioni “validi per i pubblici concorsi”)
  • Gli optometristi italiani collaborano attivamente almeno dagli anni ’60-’70 con molti oculisti per una migliore funzione visiva delle persone.
  • Legge e giurisprudenza hanno ribadito che l’esercizio dell’optometria è lecito e non vietato.
    • Si tratta di una delle tante professioni innovative, nate per nuove conoscenze e nuove tecniche.
    • La recente legge sulle Professioni non regolamentate (Legge 4/2013) ha introdotto i criteri di riferimento per molti ambiti.
  • Gli optometristi italiani danno specifico contributo alla salute dei cittadini con lenti e occhiali, esami visivi, lenti a contatto, ginnastica/esercizi per il discomfort visivo (come già riconosciuto da diverse sentenze della Cassazione)
  • Gli optometristi italiani non effettuano diagnosi mediche, non prescrivono né effettuano terapie farmacologiche o chirurgiche, non effettuano manovre pericolose (come già definito da diverse sentenze della Cassazione)
  • Gli optometristi italiani all’interno delle proprie attività partecipano alla segnalazione precoce di disturbi che richiedono attenzione medica (ad es. quando nonostante le lenti ottimali la persona non vede adeguatamente) ed alla sensibilizzazione verso regolari controlli presso il medico oculista anche in assenza di segni o sintomi
  • Gli optometristi italiani riferiscono quotidianamente pazienti all’attenzione medica (funzione di screening o evidenziazione precoce che non va confusa con la diagnosi medica)
  • In questo modo migliorano il servizio ai cittadini e partecipano a un miglior uso delle preziose competenze mediche

Riportiamo, inoltre, alcuni punti informativi di approfondimento, revisionati nel Gennaio 2016:

Optometria in Sintesi (…leggi)

Buona Optometria a Tutti coloro che la praticano nelle buone norme,

 

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    9 Commenti

  1. Giulio Velati
    25 Luglio 2016
    Accedi per rispondere

    Testo pienamente condiviso nella sua interezza.
    Molto bene

  2. Comitato etico di combattere l'abuso di Esarcizi od Atti Medici
    26 Luglio 2016
    Accedi per rispondere

    Le Scuole di Optometrie sono autorizzate a livello di alcune regioni ma non hanno alcun valore legale nazionale per poter esercitare la professione di Pseudo Oculisti.
    Io vi dico volete fare gli oculisti
    Allora o Iscrivetevi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di 6 anni e poi fate altri 5 o 4 anni di Specializzazione in Oftalmologia od iscrivetevi con concorso di Ammissione alla laurea breve di Assistenti di Oftalmologia ed ortottica.
    Solo così boot reste esercitare da soli
    oppure come dovreste fate di prevenzione inviando i soggetti con problemi oftalmologo ci è poi almeno per correttezza Deontologica inviati allo Specialista Oculista il quale sarà lui a farvi eseguire una eventuale terapia riabilitativa con lenti tempiali o a Contatto e del tipo che noi consigliamo nei soggetti che le possono portare e con caratteristiche idonee al soggetto
    Spero che siate in accordo su questa linea collaborativa altrimenti i cosiddetti sedicenti Dottori Optometristi che prevaricano i loro compiti compiendo atti di esercizio abusivo di arti mediche per le quali i NAS avranno tutto il diritto e dovere di
    eseguire le loro Funzioni

    • Andrea Musa
      26 Luglio 2016
      Accedi per rispondere

      Penso debba farsi un giro qui in UK per vedere cosa facciano gli Optometristi, sedicente è una parola usata solo da chi porta con sé un gran carico di ignoranza e non vede nemmeno probabilmente cosa accade fuori dalla propria provincia.

      L’optometrista è il responsabile della refrazione e il primo anello della catena di prevenzione della salute pubblica, è colui che qualora noti un problema di natura medica deve repertare al medico oculista il quale è responsabile della diagnosi e cura delle patologie. Così funziona in tutto il mondo, anche nel Sud Africa la professione è regolamentata. Io lavoro in Inghilterra e la mia azienda mi hanno fatto fare (da ottico) corsi sulla gestione delle forie, tropie, cheratocono e riconoscimento dei segni patologici di diverse malattie così che qualora dovessi trovare od essere anche solo nel dubbio che un utente possa avere un problema è mio dovere professionale inviarlo dal medico competente.
      Si chiama collaborazione tra le tre figure professionali Ottico – Optometrista – Oculista che salvaguardia la salute pubblica e diminuisce il costo ed il carico di lavoro degli ospedali, qui gli oftalmologi mi scoppiano a ridere in faccia quando gli dico che da noi gli oculisti fanno le visite per gli occhiali.

  3. Giancarlo Casini
    26 Luglio 2016
    Accedi per rispondere

    Capisco che andare oltre la generica difesa della categoria degli optometristi diplomati o laureati è difficile e non privo di rischi.
    Però da Sopti mi aspetterei qualcosa di propositivo perchè due cose sono sicure: gli oftalmologi ( quelli che si fanno sentire ) sono in guerra con la categoria tutta, tra gli optometristi italiani c’è di tutto di più.
    Gli oftalmologi sono troppi e avere concorrenza sulla refrazione, su occhi sani, è per loro un problema. Quindi non cesseranno le ostilità a meno che ci sia molta chiarezza su chi sono, che studi hanno fatto, dove li hanno fatti e, in definitiva, quali competenze certe hanno gli optometristi.
    Proposte serie non ne farà Federottica che deve difendere i più numerosi, gli ottici.
    Vista la fondamentale importanza della questione Sopti potrebbe uscire dall’ambito scientifico e proporre un modo o più modi per uniformare le competenze di base degli optometristi italiani. Lo so che è come prendere il toro per le corna ma qualcuno deve pur farlo. O rimandiamo di altri decenni? Giancarlo

    • Sopti
      26 Luglio 2016
      Accedi per rispondere

      Grazie Giancarlo, esattamente quello che SOPTI sta facendo. Le cose si fanno perbenino, con calma e riflessione e discussione. Sentire il tuo contributo aiuta e dimolto.

      • Giancarlo Casini
        26 Luglio 2016
        Accedi per rispondere

        se Sopti decide di fare proposte mi permetto di metter giu qualche idea.

        Le università e le scuole riconosciute si dotino di un programma di base unico e agli esami sia presente in commissione un oftalmologo.

        Per il pregresso.
        Sappiamo che le competenze optometriche possono riguardare molti diversi campi e poichè nessuno dovrebbe fare il tuttologo, si potrebbero elencare : refrazione, VT, contattologia, ipovisione, ect. ( non ci metterei optometria unicista così le cose sono chiare a tutti)

        Per ogni campo riunire in singoli testi quanto è necessario, indispensabile sapere.
        Ogni testo potrebbe essere il riferimento per un esame da fare con adeguati controlli, anche di un rappresentante oftalmologo. Chi ha superato un esame ha dimostrato di avere competenza su quello e quello può fare.

        Non escluderei anche la pratica del tirocinio, almeno per chi è alle prime armi.

        Scritto di getto, se son c….te scusatemi. Giancarlo

  4. Giovanni Amerio
    26 Luglio 2016
    Accedi per rispondere

    Per un dialogo costruttivo sarebbe opportuno cominciare a stigmatizzare e prendere le distanze dalle mele marce, cosa che non leggo nell’articolo… Va bene la calma e la riflessione e molti medici oculisti (non mi nascondo, sono tra questi) hanno ottimi rapporti di collaborazione con ottici optometristi, ma questi episodi (e non sono pochi…) gettano sicuramente molte ombre su un possibile rapporto di collaborazione.

    • Sopti
      26 Luglio 2016
      Accedi per rispondere

      Certo Gianni.
      SOPTI disapprova qualsiasi comportamento illecito, qualsiasi visita su bambini, e non solo su loro, da chi non ne ha competenze e formazione riconosciuta dalla Legge.
      Lo abbiamo detto e lo diciamo continuamente.
      Lavorare sulle competenze di base per determinare azioni e comportamenti a tutela della Salute pubblica. Ci stiamo provando, e ci riusciremo, in un mondo eterogeneo e mal regolamentato e afflitto da diversi problemi, e bisogna anche dire con ostruzioni da chi dovrebbe invece avere diretto interesse nel concorrere al miglioramento della tutela dei problemi della vista.
      Nello specifico del caso, non abbiamo la sentenza.
      Abbiamo lo stralcio delle dichiarazioni del Segretario SOI, a cui abbiamo risposto a tutela del titolo.
      Quello esposto è il nostro ruolo, il resto lo ha fatto la Magistratura.
      Ci piacerebbe molto avere un Registro, omogeneo per qualifica e competenze con cui esercitare condizionamenti professionali nel rispetto della Deontologia e dell’Etica e delle raccomandazioni di buona pratica.
      Per quelli del Codice Civile e Penale non possiamo certo farcene carico noi.
      un caro saluto, mauro frisani

  5. Riccardo OLENT
    26 Luglio 2016
    Accedi per rispondere

    La risposta SOPTI mi sembra chiarissima e condivisibile da tutte le persone di buon senso e con posizioni democratiche che vogliono collaborare con obiettivo il bene della salute ed efficienza visiva degli ametropi.

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